Il diavolo e l'acquasanta Trama | Produzione | Collegamenti esterni | Menu di navigazioneIl diavolo e...
Film italiani del 1983Film commediaFilm ambientati nel LazioFilm diretti da Bruno CorbucciFilm sul calcio
film1983Bruno CorbucciRomaBraccianoBraccianoManziana
Il diavolo e l'acquasanta | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1983 |
Durata | 93 min |
Rapporto | 1,85 : 1 |
Genere | commedia |
Regia | Bruno Corbucci |
Soggetto | Mario Amendola, Bruno Corbucci |
Sceneggiatura | Mario Amendola, Bruno Corbucci |
Produttore | Galliano Juso |
Casa di produzione | Cinemaster S.r.l. |
Fotografia | Giorgio Di Battista |
Montaggio | Daniele Alabiso |
Musiche | Guido De Angelis, Maurizio De Angelis |
Costumi | Alessandra Cardini |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il diavolo e l'acquasanta è un film del 1983 diretto da Bruno Corbucci.
Trama |
Bruno Marangoni, ex centravanti della Roma, è caduto in disgrazia dopo aver abbandonato il calcio a causa di una serie di infortuni, ed ora vive di espedienti e piccole truffe.
Arriva perfino spesso a simulare il suicidio minacciando di gettarsi dal Colosseo, e nell'ultima circostanza viene "salvato" da Don Gaetano, un prete ex scalatore, parroco di un immaginario paesello del Lazio (le scene sono ambientate a Bracciano nell'immaginario paese di Castelfranco).
Marangoni, decide quindi di traslocare con la provocante compagna nella sacrestia del povero parroco, colpevole di averlo salvato e quindi, a suo modo di vedere, in dovere di ospitarlo.
Don Gaetano, grande appassionato di calcio e con a cuore le sorti della sfortunata squadra del Castelfranco, cerca di avere un tornaconto dal suo scomodo ospite invitandolo a diventare allenatore-giocatore della squadra. Marangoni è tuttavia intenzionato soltanto a portare scompiglio nella comunità con una serie di truffe in attesa del grande colpo che possa sistemarlo per sempre. In realtà, al di là di questo subdolo fine, a frenarlo è la sua ritrosia verso il mondo del pallone, che l'aveva portato dagli altari alle polveri. Ma a poco a poco, un po' per convenienza, un po' per il richiamo della passione, Marangoni accetta la proposta di Don Gaetano, e risolleva, da solo allenatore, le sorti della squadra portandola in "zona promozione", pur continuando le sue attività losche.
Quando il bottino accumulato è interessante ma le sue truffe più grandi vengono scoperte, Marangoni abbandona la squadra alla vigilia dell'incontro decisivo verso nuovi lidi. Tuttavia, mentre è in fuga, non resiste ad aggiornarsi sull'autoradio sull'andamento del match-promozione: sentendo che la sua squadra perde tre a zero, inverte marcia e torna al campo sportivo. Caso vuole che il capitano dell'altra squadra dilettantistica sia un ex professionista che fu a suo tempo l'autore del becero fallo che gli aveva di fatto rovinato la carriera.
Marangoni arriva all'inizio del secondo tempo e scende in campo di persona. Sbeffeggia l'odiato avversario e segna i quattro spettacolari gol, l'ultimo a tempo scaduto, che regalano a Don Gaetano la promozione ed a lui, in lacrime, la vera rivincita con la vita.
Produzione |
Il film venne girato interamente nei dintorni di Roma.
Il campo di calcio della squadra del Castelfranco allenata da Marangoni (Milian) è quello del Bracciano (Roma), situato in Via Santa Lucia.
La casa in cui vive Don Gaetano (Mazzarella) è oggi l’Agriturismo "La Caldara" in Via Lazio 52 a Manziana (Roma), ancora oggi molto usato come situation cinematografica.
Collegamenti esterni |
(EN) Il diavolo e l'acquasanta, su Internet Movie Database, IMDb.com.
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