Chiesa del Santissimo Crocifisso (Palmi) Indice Storia | Descrizione | Sacrario diocesano | Feste e...


Chiese di PalmiChiese dedicate al santissimo Crocifisso


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Chiesa del Santissimo Crocifisso

Chiesa del Crocifisso di Palmi.jpg
Facciata della chiesa del Crocifisso
Stato
Italia Italia
Regione
Calabria Calabria
Località
Palmi-Stemma.pngPalmi
Religione
Cristiana cattolica di rito romano
Titolare Crocifisso
Diocesi Oppido Mamertina-Palmi
Stile architettonico neoromanico
Inizio costruzione
1537 (prima chiesa di cui si abbia documentazioni)

Coordinate: 38°21′26.21″N 15°50′37.68″E / 38.35728°N 15.8438°E38.35728; 15.8438


La chiesa del Santissimo Crocifisso è un luogo di culto cattolico della città di Palmi. È ubicata nel rione Cittadella e prospetta sulla piazzetta dell'Annunziata. In passato il luogo di culto era conosciuto anche come chiesa dell'Annunziata[1] o come chiesa dei Monaci[2]. L'edificio è vincolato quale «bene di interesse storico artistico» dal Decreto Ministeriale n. 1012 del 30 novembre 2011 del Ministero dei Beni Culturali ed al suo interno custodisce un pregevole Crocifisso ligneo risalente al XVII secolo[3] e segnalato nell'Inventario degli Oggetti d'Arte d'Italia. Nella cripta sottostante la chiesa è collocato il Sacrario diocesano della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, che conserva numerose reliquie di santi.[4] La chiesa ricade nel territorio della parrocchia di Maria Santissima del Soccorso.




Indice






  • 1 Storia


  • 2 Descrizione


  • 3 Sacrario diocesano


  • 4 Feste e ricorrenze


  • 5 Piazzetta dell'Annunziata


  • 6 Note


  • 7 Bibliografia


  • 8 Altri progetti





Storia |


Nel 1537 venne eretto, da un certo frate Antonio, un piccolo monastero di religiosi dell'ordine dei Frati Minori Osservanti, chiamato La Annunziata, e contiguo alla congregazione laicale di Santa Maria De Caravellis.[5] Con ogni probabilità il luogo di culto del monastero venne edificato sulle rovine di una preesistente chiesa.[6][7]


Nel 1621 il convento dell'Annunziata passò all'Ordine dei Frati Minori Cappuccini[5] e, nel 1638, la chiesa venne eretta a "provincia religiosa".[8] Nel periodo feudale, la chiesa fu adibita a parlamento cittadino e in essa, il 22 dicembre 1635, il popolo chiamato in parlamento dal suono della campana, espresse la volontà di distaccarsi da Seminara e far divenire Palmi universitas autonoma. Il 21 aprile 1652, con la riforma papale di Papa Innocenzo X, il convento dell'Annunziata di Palmi venne soppresso.[9] La chiesa venne citata, nel 1693, dall'abate Giovan Battista Pacichelli nell'opera Il Regno di Napoli in Prospettiva[10].




Dipinto della chiesa e del convento annesso, XIX secolo.


Nel 1704 il convento venne demolito e ricostruito, e la chiesa fu abbellita.[11][12] In occasione della visita del 1707, effettuata dal vescovo della diocesi di Mileto Domenicantonio Bernardini, venne evidenziata la presenza nella chiesa di una confraternita del Santissimo Crocifisso.




Pianta della chiesa e del convento di monaci annesso alla fine del XIX secolo.


La chiesa ed il convento subirono gravi danni a seguito del terremoto del 1783.[13] La chiesa inoltre fu il luogo di seppellimento di tutte le vittime cittadine provocate dal sisma.[14]


Le leggi francesi soppressero il convento il 7 agosto 1809, ma lo stesso venne ripristinato nel 1822.[15] Il convento fu nuovamente soppresso il 7 luglio 1866, quando il governo del Regno d'Italia decretò la soppressione di tutti gli ordini religiosi.[8][16] La chiesa però continuò ad essere officiata[17] anche se la stessa, negli anni seguenti, venne adibita a seggio elettorale, ad aula di tribunale, a sala per comizi ed altro.[8]


Nel 1875, a seguito della proposta di istituzione della nuova diocesi di Palmi, la chiesa fu ipotizzata come sede della cattedrale e del vescovado[18]. Nel maggio del 1883 la popolazione, con il supporto del reverendo Lopresti, insorse contro la giunta municipale del tempo, che aveva deciso l'abbattimento del monumento religioso per far posto ad un battaglione di soldati.


La chiesa fu uno dei pochi luoghi di culto cittadini che non riportarono danni a seguito del terremoto del 1894, che colpì la città di Palmi la sera del 16 novembre.[19]


Fino al 1918 i riti vennero ancora officiati dai Frati Minori Riformati, ridotti allo stato secolare. La seconda guerra mondiale recò gravi danni alla copertura dell'edificio, mentre nel 1992 fu concluso un lungo restauro dell'edificio, da parte della Soprintendenza di Reggio Calabria e di Vincenza Posterino Bagalà.



Descrizione |




Interno della chiesa.




La controfacciata della chiesa.


La facciata della chiesa, con paraste, ha un unico portale d'ingresso sopra il quale vi è realizzata una monofora a forma di lunetta. Le facciate laterali e quella tergale non presentano alcun tipo di elemento archettonico, eccezion fatta per una serie di monofore. Sopra la copertura è collocato, sul fondo della chiesa, un campanile a vela.


Al suo interno l'edificio è costituito da un'unica navata con copertura in legno formata da capriate a vista. Nella pavimentazione vi sono collocate delle lastre trasparenti a protezione delle lapidi del XVII secolo e del XVIII secolo, ed a coprire le fosse tombali nella zona più antica sottostante la chiesa.


Sempre sotto l'edificio vi è una cripta dove trovavano sepoltura i frati dell'antico convento annesso.




Tela raffigurante la deposizione.




Crocifisso ligneo del XVII secolo posto sopra l'altare maggiore.


Le opere d'arte presenti negli altari laterali della chiesa sono le seguenti:[3]



  • una tela rappresentante sant'Antonio da Padova;[20]

  • un quadro a tempera dell' Immacolata e Santi francescani, opera del pittore napoletano Francesco De Rosa;[20]

  • una tela raffigurante la Deposizione;

  • una tela rappresentante il Sacro Cuore di Gesù;[20]

  • una statua lignea dell'Addolorata (XIX secolo), di scuola napoletana;[20]

  • una tela raffigurante la Vergine Maria;[20].


Sempre vicino alle due pareti laterali della chiesa sono posizionate due varette processionali in legno, una antica ed una di recente realizzazione, usate per trasportare a spalla in processione l'icona lignea del Crocifisso.


Salendo sul presbiterio si trovano invece le seguenti opere:



  • un Crocifisso ligneo (1981), usato per la processione del 3 maggio e collocato a lato sinistro;

  • una tela raffigurante la Vergine Maria con Bambino, collocata a lato destro;[20]

  • un Crocifisso ligneo (XVII secolo)[3], collocato sull'altare maggiore e segnalato nell'Inventario degli Oggetti d'Arte d'Italia con la seguente descrizione:


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«Statua in legno CROCIFISSO; figura intera eretta su croce, di proporzioni al naturale; opera forse monastica del sec. XVII-XVIII. La statua lignea è l'opera maggiore della chiesa, collocata alle spalle dell'altare maggiore, scolpito forse da Fra' Umile da Petralia, dallo stile scarno e dall'espressione calma e serena, da cui pur tuttavia promana una profonda sofferenza.[20]»



Completano le opere d'arte tre dipinti della Via Crucis, realizzate del pittore Cristoforo Santanna di Rende,[20] le stazioni della Via Crucis, opera del pittore Saverio Ungheri, un dipinto raffigurante il Padreterno con Angeli, Gesù con la Croce e sopra di loro lo Spirito Santo,[20] ed un confessionale realizzato da artigiani locali.[20]



Sacrario diocesano |


La cripta sottostante la chiesa, dove come detto trovavano un tempo sepoltura i frati del convento annesso, oggi è stata trasformata nel Sacrario diocesano della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi, che conserva numerose reliquie di santi. La cripta risulta accessibile tramite un botola che si apre al centro del presbiterio, dalla quale inizia una scala che conduce al luogo interrato.


Tra le numerose reliquie di santi ve ne è una di san Rocco.[21]



Feste e ricorrenze |



  • Festa del Santissimo Crocifisso, il 3 maggio.


Piazzetta dell'Annunziata |


La chiesa, come detto, prospetta sulla piazzetta dell'Annunziata, già piazzetta dei Monaci.[22] Lo spazio, pavimentato e di dimensioni contenute, è delimitato a nord dal luogo di culto, a sud da un edificio civile, ad est dalla via Fratelli Rosselli e ad ovest con la via Porto Oreste. La separazione con quest'ultima, causa il dislivello, è data da un affaccio con ringhiera e da una scalinata in pietra.


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Lo stesso argomento in dettaglio: Varia di Palmi.

La piazzetta è anche il luogo di ritrovo della corporazione dei bovari per partecipare al corteo storico della Varia di Palmi, dal 2013 inserita nel patrimonio orale e immateriale dell'umanità dell'UNESCO.[23]



Note |




  1. ^ Poiché inizialmente dedicata all'Annunciazione.


  2. ^ Per l'antico monastero annesso alla stessa.


  3. ^ abc Guida Touring, pag. 629


  4. ^ S. Messa al Sacrario Diocesano - S. E. Rev.ma Mons. Francesco Milito Palmi (RC), su www.oppido-palmi.chiesacattolica.it. URL consultato il 4 gennaio 2015.


  5. ^ ab De Salvo, pag. 151


  6. ^ Il Crocifisso dei Monaci in Palmi, su http://www.arteculturafotoin.it/. URL consultato il 12 dicembre 2014.


  7. ^ Questa ipotesi è dovuta all'esistenza di una cripta sotto il presbiterio, che gli archeologi suppongono possa aver fatto parte di una chiesa più antica del XVI secolo.


  8. ^ abc I CROCIFISSI DI PALMI E TERRANOVA SAPPO MINULIO - Antonio Tripodi (PDF) .mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}
    [collegamento interrotto], su www.lalbadellapiana.it. URL consultato il 12 dicembre 2014.



  9. ^ De Salvo, pag. 152


  10. ^ L'abate osservò che: «i Riformati di San Francesco sono vi ben trattenuti». Di particolare rilievo viene citato che, nel grande convento annesso alla chiesa, vi era un professorio (cioè un seminario nel quale venivano educati i novizi per il sacerdozio), un ampio chiostro ed un vasto refettorio affrescato con la scena dell'Ultima Cena.


  11. ^ Status Provinciae Reformatorum Sanctorum Septem Martyrus, 6 gennaio 1724.


  12. ^ Nella ricognizione del 6 gennaio 1724, si attestò che il convento venne ricostruito data l'inadeguatezza di quello precedente, e che i lavori furono eseguiti con l'obolo dei fedeli e con la manovalanza dei frati stessi. Alla data della ricognizione il convento era formato da 22 celle, 2 sale delle quali una in comune (in quanto deposito), un'infermeria, ed una biblioteca in corso di realizzazione. Anche la sacrestia della chiesa non era stata completata e gli arredi sacri ed i paramenti erano risposti in una cella vicina al luogo di culto. Attorno al convento vi era un orto, con produzione di olio e di frutta per i religiosi, cinto da muri e per un'estensione di mezzo miglio. I religiosi vivevano esclusivamente grazie alle questue della cittadinanza ed ai 35 ducati donati dalla pubblica amministrazione. Le rendite che entravano al convento erano gestite da un "sindaco apostolico".


  13. ^ Entrambi gli edifici ebbero gravi lesioni. Furono demoliti il frontespizio della chiesa, il campanile ed il muro laterale est, poiché pericolanti. Fu ricostruito i dormitorio dei frati. Inoltre, negli anni seguenti, la Cassa Sacra spogliò la chiesa di tutte le opere d'arte che erano state realizzate con le rendite e con gli oboli dei fedeli.


  14. ^ Ferraro, pag. 58


  15. ^ Caldora, pag. 227


  16. ^ In data 4 febbraio 1867, la Sottoprefettura del Circondario di Palmi comunicò che tutti i frati avevano abbandonato il convento.


  17. ^ Per volontà dell'amministrazione comunale, la quale, il 28 novembre 1866 dichiarò che «la Chiesa annessa a tale Fabbricato si rende necessaria ed utile a quella parte di abitanti che dimorano in quel Quartiere, non essendovene altra vicina per adempiere essi agli servigi religiosi». Inoltre due anni dopo, il 12 ottobre 1868, l'amministrazione precisò che «la quale Chiesa come accessoria del Convento il Municipio potrà chiudere o tenere aperta al pubblico, avvertendo che in quest'ultimo caso saranno a suo carico le spese tutte relative, come altresì dell'Ufficiatura. In la quale essendo prescelto un religioso della soppressa Congregazione, questi dovrà svestire l'abito monastico, e vestire invece quello di prete secolare».


  18. ^ Domenico Guardata riporta: «In Palmi esiste un vasto convento appartenente ai PR Riformati dispersi, al quale è annessa una vasta chiesa. Adesso Convento e Chiesa sono divenuti proprietà del Comune, il quale, eretto il Vescovado, è pronto a cederli per Episcopio e Seminario».


  19. ^ Calogero, pag. 10


  20. ^ abcdefghij PIAR - Piano Integrato Area Rurale - Piana di Gioia Tauro Archiviato il 5 ottobre 2013 in Internet Archive.


  21. ^ AA.VV., p. 38


  22. ^ Toponomastica tratta dall'Archivio Storico dell'Ufficio Tecnico Erariale di Reggio Calabria (AStUTE), "Centro Urbano di Palmi, pianta catastale del 1875 scala 1:100"


  23. ^ Bovari, su http://www.mbuttaturidellavaria.it/. URL consultato il 22 novembre 2014.



Bibliografia |



  • AA. VV., Guida d'Italia - Basilicata Calabria, Milano, Touring Editore, 1999, ISBN 88-365-3453-8.

  • AA. VV., San Rocco, Palmi, La Piana Edizioni, 2011, ISBN 978-88-903600-1-5.

  • Rocco Calogero, Dopo dieci anni: la Madonna del Carmine e il terremoto del 16 novembre 1894 in Palmi, Messina, Tipografia Crupi, 1904.

  • Antonio De Salvo, Ricerche e studi storici intorno a Palmi, Seminara e Gioia Tauro, Napoli, Lopresti, 1889.

  • Umberto Caldora, Calabria Napoleonica, Napoli, 1960.

  • Domenico Ferraro, La chiesa del Crocifisso dei monaci, Palmi, Banca Popolare Cooperativa di Palmi, 1994.



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